venerdì 19 luglio 2013

Scozia 2013 - Giorno 1. Scoprire Edimburgo

La mia mattina comincia prestissimo grazie alla cena indiana di ieri sera, ma grazie al cielo qualcuno ha inventato gli alginati di magnesio e ho imparato a non andare mai in giro senza. Anche perché come potrei altrimenti far fronte alla luculliana colazione che Angela ci serve? In sembianze meno somiglianti a JKR, la luce del mattino la rivela più grassottella, la nostra ospite ci propina porridge, fagioli in salsa di ketchup, salsicce, uova al tegamino, pomodori al forno e black pudding, una specie di sanguinaccio locale.

Poi veniamo spediti a prendere l'autobus, che con £ 3.50 ci scarrozzerà per tutto il giorno in Edimburgo e la sua periferia, quindi il nostro GuestHouse di Portobello è coperto, e dai mastodonti bordeaux a due piani la vista è stupenda. Ci depositano ai piedi del monumento a Walter Scott, una guglia scura e piena di pinnacoli che secondo me Sir Walt avrebbe odiato, brutta e scomoda com'è, ma è un punto di repere straordinario, circondato da splendidi giardini. La vegetazione qui è lussureggiante, scoppia di salute: di certo non manca di acqua.

Il Royal Mile è a due passi, al fondo c'è Holyroodhouse Palace, forse il monumento più interessante dopo la rocca, ma attualmente invisitabile, poiché la regina è qui e il principe consorte si sente poco bene, quindi c'è la serrata.Speriamo nelle colline circostanti per un avvistamento reale, ma la verzura dell'intorno protegge la privacy della famiglia Windsor con scrupolo. Un po' delusi (e per ripicca? :D) entriamo nell'antistante Parlamento, una recentissima costruzione di cemento, legno di sicomoro e vetro che ha diviso l'opinione pubblica, e pure quella familiare: a me piace molto, a Joel per niente. Ha linee spezzate e volumi destrutturati, sale in un intrico di corde d'acciaio e gradini di pietra. Tutto si può visitare al suo interno, gli Scozzesi sembrano fierissimi di avere finalmente il loro Parlamento e sembrano decisi europeisti.
Facciamo pranzo con una singolare baked potato with butter, la mia prima in assoluto! Sono patate enormi, molto regolari e cotte in forno, dove la buccia diventa spessa e dura. Aperta, si mescola il burro alla pasta, col sale e il pepe, e si mangia! Si scioglie in bocca.

La pecora Dolly, che è stata clonata qui vicino
Per digerire l'enorme tubero, ci facciamo ingoiare dal National Scottish Museum, che riassume arte viaria, storia naturale e delle scienze applicate. Mi coinvolge soprattutto la parte di storia naturale, con centinaia di animali impagliati, in setting ricostruiti in maniera divertente. Alcuni pezzi sono incredibili, come la Sperm Whale (Moby dick, per capirci) o ragni stranissimi e calamari giganti rosa appesi al soffitto. Le collezioni sono inserite in una struttura ariosa e ampia, che ricorda un po' il Grand Palais parigino, ma in bianco. 
Vista dall'alto della città
Dopo oltre due ore, ci rendiamo conto che non è umanamente possibile vedere tutto in un'unica volta e ci siamo arresi di buon grado prima di stremarci. Per le strade, notiamo tantissime famiglie ben vestite e acconciate, e ancor di più ne avevamo visto vicino ad Holyroodhouse. Molti ragazzi e papà portano il kilt e sento una persona che spiega come oggi sia un giorno di festa: è la consegna dei diplomi, e le Università organizzano le cerimonie di laurea (abbiamo assistito ad una sfilata di neolaureati con kilt-toga-tocco nero), mentre la regina distribuisce le medaglie ai ragazzi più meritevoli dell'anno. 


A Portobello, un rapido bagno serale
Il kilt non è usato come un costume popolare da festa di paese, è un completo formale per grandi occasioni e questi uomini lo indossano muovendosi a loro agio, senza apparire fuori luogo e meno che mai poco virili. L'orgoglio del vestito del casato è palpabile nella naturalezza con cui è usato da perone di ogni età, diplomandi o loro nonni, e condizione sociale.
Ci facciamo poi portare dal bus fino a Carlton, per una veduta aerea della città, che si gode da un colle ricoperto di obelischi e pallide imitazioni di rovine greche. Il perché di questo assemblaggio un po' ridicolo mi rimane oscuro, ma la vista che si apre fino al mare ci ripaga dello sforzo, complice anche un tardivo raggio di sole che fa capolino per benedire il crepuscolo.
E stasera, pub! Birra, sidro, whisky, antipasti del luogo -ottimo il salmone!- e burger di carne di Angus di Aberdeen, in un adorabile locale proprio sul lungomare di Portobello. 

Scozia 2013 - Giorno Zero. Cominciamento del Viaggio di Nozze

Siamo partiti stamattina, io e la mia metà, con le fedi ancora lucide e il desiderio di riposarci dopo il tour de force del matrimonio. La meta è abbastanza inusuale, così priva di spiagge assolate e olio di cocco: qui le spiagge sono piene di alghe verdissime e l’olio è quello del fish and chips.
Oggi è trascorso perlopiù in viaggio, dall’autobus fino all’aeroporto di Nizza al volo fino a Bruxelles e poi da lì verso Edimburgo, e ho pensato di concedermi una rilassatezza geekish infilandomi un pile rovinato dall’idropittura per pareti e prima ancora un’adorabile, terribile maglietta con un grosso cervello arancio e marrone su cui campeggia la scritta “Rock your brain for Multiple Sclerosis”. Tanto per la cronaca, ne ho anche una con Eta-Beta che trasforma un elettroencefalogramma in una partitura musicale aggiungendo pallini sulle punta-onda di un’epilessia generalizzata, sotto la frase “Balla sull’onda”. Me ne devo fare una con il motto Time is Brain e una risonanza magnetica, giusto per completare il quadro.

Comunque, nel pomeriggio siamo finalmente riusciti ad arrivare nella capitale scozzese, che ci ha accolto con qualche goccia e un venticello perfido come una calunnia. Il tempo di andare a recuperare la nostra macchina a nolo ricevo una chiamata… Un signore con un accento terribile mi dice che non mi trova in aeroporto, e che mi sta aspettando con una Limousine! Dopo un piccolo disguido, eccoci al colmo della sorpresa, con un calice di spumante in mano, fare il giro della città sul sedile di un’enorme Limo bianca, con sottofondo di musica pop e lucine fosforescenti che mi riportano ai video di Madonna. Non solo è stata un’esperienza adorabile, ma anche una cui non avrei mai pensato: tanto più ringrazio la persona che l’ha ideata e realizzata!!
La nostra camera col suo splendido bovindo
Infine abbiamo preso possesso della nostra stupenda camera vittoriana all’Abercorn Guest House, gestito da una signora distinta e amabilissima che somiglia tanto a JK Rowling; sarà mica lei in incognito? Per non sbagliare mi sono portata la mia copia di The Casual Vacancy, magari me la faccio autografare! 

Ultima task della serata, la cena, è stata limitata da un intoppo imprevisto: al Nord si mangia prima, e io che ho un ipotalamo tarato su tempi assai mediterranei sono rimasta un po’ interdetta quando al pub dove siamo andati a chiedere Fish & Chips ci hanno rifiutati, perché la cucina chiude alle 21. Abbiamo dunque ripiegato sull’unico ristorante ancora aperto, l’Indiano (che qui è considerato cucina nazonale tipica): è la seconda possibilità che do a queste pietanze speziate e forti, e temo sarà l’ultima, questo menu non fa proprio per me.

A domani, chissà quante cose belle ancora vedrò!