Memori
della batosta di ieri, e considerato che ci dirigiamo nel Great Glen, per
stanotte cerchiamo una sistemazione col mio mitico netbook. Becchiamo
un’interessante last minute, una suite sul Loch Leven in un palazzotto
vittoriano, a metà prezzo.
Mentre carichiamo i bagagli Wendy si informa dei
nostri prossimi passi e ci spiega come prendere un traghetto per passare su
Skye con un servizio della comunità locale e poi riattraversare a Mallaig,
evitando il ponte. Ci vede perplessi, allora chiama lei stessa la compagnia
navale per assicurarci il posto a bordo e ci regala il suo stradario! Uno
stradario da sogno, con tutti i percorsi finanche i sentieri, tutti ben
codificati, e Wendy non ce la vende mica, no, la prende dalla sua macchina e
dicendoci “ormai è vecchia”, con aria di scusa, ce la regala (è del 2012). Sarà
un ricordo preziosissimo, utile e bello, completo di Irlanda e Inghilterra, e
ci accompagnerà in altri viaggi. GPS, i giorni della tua egemonia sono finiti!
la chiatta di Glenelg |
A
Glenelg (più tolkeniano di così c’era solo Elgol, ma è troppo lontano)
prendiamo il battello comunale, una chiatta a conduzione familiare manovrata da
due omoni e una ragazzina tredicenne. Il secondo battello è meno artigianale e
ci porta a Mallaig, da cui parte la famosa strada panoramica da cui
passa l’Hogwarts Express. A parte i ponti ferroviari visti nel film di Cuaron,
la tanto decantata via è meno sensazionale di quel che mi aspettavo, e in ogni
caso meno di quella che unisce Gairloch a Torridon.
Castello a sorpresa sul bordo inferiore di Skye |
Tappa
a Fort Williams, che sembra il doppio occidentale di Pitlochry: il suo punto
Info pullula di ragazzini e signore impiegati part-time, che cercano
informazioni su internet, dove potremmo facilmente accedervi da soli. La Scozia
è un posto molto segreto, con informazioni rare e mal distribuite. Mai visto un
Routard così poco maneggevole, e con cui spesso sono in disaccordo. Ma cosa
fanno VERAMENTE gli scozzesi normali, e come si fa a saperlo? Grazie al cielo
esistono persone come Wendy e Peter, disponibili a passare al prossimo amore e
conoscenza, oltre alla gentilezza che agli Scozzesi non difetta mai.
Intanto ci avviciniamo
all’impronunciabile Ballachulin, dove ci attende la nostra suite in una casa
bellissima, con vista lago mozzafiato. Ci accoglie un giovane educato con un
inglese peggiore del mio. La suite è bella e spaziosa, ma bianca e fredda (in
senso figurato, perché si muore di caldo) e dopo un paio di foto al fiordo e al
cimitero d’epoca nel giardino accanto scendo nella sala comune ad approfittare
del wi-fi. Mi raggiunge la padrona, cui sorrido amabilmente, supponendola
adorabile, ma mi sbaglio. Mentre mi squadra, mi fredda con un “Good evening”
degno della regina delle nevi e mi chiede se ho prenotato. “Sì, su internet” è
risposta che accentua il suo cipiglio, e si rivolge ad altri ospiti,
probabilmente meglio paganti. Joel mi raggiunge e la signora si informa
bruscamente del nostro itinerario: citiamo Mull e ci chiede, con fare
spiacevole, se abbiamo prenotato il traghetto. No, ci stiamo informando…
Sciagura!! Onta!! Disonore!! COME si puà programmare una notte su un’isola (“e
dove, a Mull? Solo Tobermory? …mpf) senza prenotare il battello? Forse che
immaginiamo di andarci A NUOTO? Forse che quando si vuole prendere un aereo si
va direttamente in aeroporto? Non sappiamo QUANTA gente LEI ha visto perdere i
soldi delle camere prenotate o restare confinati sull’isola senza possibilità
di ritorno?! Per fortuna, a salvare gli sprovveduti come noi c’è Lochaline, senza prenotazione, ma quando le dico che è chiusa per nebbia non mi
crede e dice di andarci lo stesso. Poi mi intima di prenotare il posto a cena,
perché è tardi (18.50). Tra lei e il rifiuto che il mio articolo ha ricevuto
dalla rivista a cui l’avevo inviato, il mio broncio si è allungato come quello
di un tapiro e Joel mi trascina in un pub-albergo vicino, sulla cui terrazza ci
piantiamo al sole.
Il maniero della dama arcigna |
Zuppa
del giorno e patè di maiale ci consolano, finché non arriva il fish&chips
più incredibile della storia: mi hanno portato un merluzzo intero! Ancora si
vede la spina attraverso la pastella di farina e birra. Per le chips bisogna
scomodare aggettivi importanti, quali glorious,
gorgeous, marvellous. Joel ha preso un pollo farcito di haggis e arrotolato
nel bacon: a me non piace molto, ma lui ne è strafelice. Al tramonto il cagnone
nero di casa, un meticcio dal muso furbo, comincia a farmi la corte e, non
vista, gli rifilo l’ultimo pezzo di pesce e la panatura residua. Mi sembra
gradire, e gli allungo anche metà delle patate rimaste, una dopo l’altra. Al
suo arrivo la cameriera stupita si complimenta per l’onore fatto al piatto
(“nessuno lo finisce mai…”), ma né io né il cagnone riveliamo il nostro piccolo
segreto. E appena in albergo, prenotiamo su internet andata e ritorno del
battello per Mull, con una pernacchiona all’arcigna locatrice!