Siamo partiti stamattina, io e la mia metà, con le fedi ancora lucide e il desiderio di riposarci dopo il tour de force del matrimonio. La meta è abbastanza inusuale, così priva di spiagge assolate e olio di cocco: qui le spiagge sono piene di alghe verdissime e l’olio è quello del fish and chips.
Oggi è trascorso perlopiù in viaggio, dall’autobus fino all’aeroporto di Nizza al volo fino a Bruxelles e poi da lì verso Edimburgo, e ho pensato di concedermi una rilassatezza geekish infilandomi un pile rovinato dall’idropittura per pareti e prima ancora un’adorabile, terribile maglietta con un grosso cervello arancio e marrone su cui campeggia la scritta “Rock your brain for Multiple Sclerosis”. Tanto per la cronaca, ne ho anche una con Eta-Beta che trasforma un elettroencefalogramma in una partitura musicale aggiungendo pallini sulle punta-onda di un’epilessia generalizzata, sotto la frase “Balla sull’onda”. Me ne devo fare una con il motto Time is Brain e una risonanza magnetica, giusto per completare il quadro.
Comunque, nel pomeriggio siamo finalmente riusciti ad arrivare nella capitale scozzese, che ci ha accolto con qualche goccia e un venticello perfido come una calunnia. Il tempo di andare a recuperare la nostra macchina a nolo ricevo una chiamata… Un signore con un accento terribile mi dice che non mi trova in aeroporto, e che mi sta aspettando con una Limousine! Dopo un piccolo disguido, eccoci al colmo della sorpresa, con un calice di spumante in mano, fare il giro della città sul sedile di un’enorme Limo bianca, con sottofondo di musica pop e lucine fosforescenti che mi riportano ai video di Madonna. Non solo è stata un’esperienza adorabile, ma anche una cui non avrei mai pensato: tanto più ringrazio la persona che l’ha ideata e realizzata!!
La nostra camera col suo splendido bovindo |
Infine abbiamo preso possesso della nostra stupenda camera vittoriana all’Abercorn Guest House, gestito da una signora distinta e amabilissima che somiglia tanto a JK Rowling; sarà mica lei in incognito? Per non sbagliare mi sono portata la mia copia di The Casual Vacancy, magari me la faccio autografare!
Ultima task della serata, la cena, è stata limitata da un intoppo imprevisto: al Nord si mangia prima, e io che ho un ipotalamo tarato su tempi assai mediterranei sono rimasta un po’ interdetta quando al pub dove siamo andati a chiedere Fish & Chips ci hanno rifiutati, perché la cucina chiude alle 21. Abbiamo dunque ripiegato sull’unico ristorante ancora aperto, l’Indiano (che qui è considerato cucina nazonale tipica): è la seconda possibilità che do a queste pietanze speziate e forti, e temo sarà l’ultima, questo menu non fa proprio per me.
A domani, chissà quante cose belle ancora vedrò!
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