Relitto abbandonato in una secca di Mull |
il primo impatto con Glasgow |
Industriale alla periferia e finanziaria-borghese in centro, ha qualcosa che suggerisce le metropoli americane che vediamo nei film, con Avenues fitte di lussuosi palazzi in arenaria e basalto inframmezzati davicoli di servizio atti ad ospitare cassonetti, barboni e possibili misfatti.
Pub in ex-banca! |
La gente per strada non ha l’aria well-groomed degli azzimati edimburghesi e non si vede neppure un kilt. Individuo invece una serie di fisionomie che sembrano prese a prestito da Trainspotting –dico sul serio. Si sente nell’aria che questa città è l’eterna seconda che vorrebbe sottolineare al mondo la sua presenza ricca e influente, slegata da leggende e antiche storie e ancorata invece al lavoro operaio. E, per abitanti e produzione, nell’Ottocento seconda era sempre, ma a Londra. Qui la tendenza all’esterofilia e al desiderio di esotismo tende ad estremizzarsi, al punto che trovare un ristorante scozzese è un’impresa (non riuscita). Ripieghiamo su un enorme pub installato in un’ex-banca dai soffitti altissimi e ultra-decorati, in cui ci godiamo un ottimo hamburger ma anche una foto del venerdì sera tipo della città, con ragazzi che si ritrovano intorno alla pinta e agli onion rings o cercano di resistere alla seduzione di donne patentemente più grandi di loro.
...avevo fame. Si vede? |
Per ora l’unica delusione viene dall’albergo, il Marks Hotel, un concentrato di aggressive luxury anni Ottanta che ci offriva sì una camera a prezzo stracciato su lastminute, ma piccola, male illuminata, senza frigo-bar né parcheggio interno e con una finestra che dà su un pozzo di aerazione cieco da cui arriva solo aria viziata e riscaldata. Comodissimo per girellare in centro, ma non all’altezza della sua classificazione e del prezzo.
ora ho fame anch'io!
RispondiElimina...affamata...
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