giovedì 21 novembre 2013

Giorno 10 (12.07.2013). Da Cenerentola a Trainspotting

Relitto abbandonato in una secca di Mull
La doppia colazione dolce/salata fa onore al resto del castello e qui riesco finalmente a provare i kippers, le aringhe affumicate grigliate per colazione, servite con le salsicce di vitello Highlander. Il tè mi arriva in una incredibile teiera antica in argento massiccio, perfetta in abbinamento alle porcellane antiche del servizio, ma il conte de fées sta per finire e dobbiamo ripiombare nella realtà: poche città potrebbero portare a termine questo scopo con maggiore efficacia di Glasgow, l’anticartolina.

il primo impatto con Glasgow


Industriale alla periferia e finanziaria-borghese in centro, ha qualcosa che suggerisce le metropoli americane che vediamo nei film, con Avenues fitte di lussuosi palazzi in arenaria e basalto inframmezzati davicoli di servizio atti ad ospitare cassonetti, barboni e possibili misfatti.

Pub in ex-banca!







La gente per strada non ha l’aria well-groomed degli azzimati edimburghesi e non si vede neppure un kilt. Individuo invece una serie di fisionomie che sembrano prese a prestito da Trainspotting –dico sul serio. Si sente nell’aria che questa città è l’eterna seconda che vorrebbe sottolineare al mondo la sua presenza ricca e influente, slegata da leggende e antiche storie e ancorata invece al lavoro operaio. E, per abitanti e produzione, nell’Ottocento seconda era sempre, ma a Londra. Qui la tendenza all’esterofilia e al desiderio di esotismo tende ad estremizzarsi, al punto che trovare un ristorante scozzese è un’impresa (non riuscita). Ripieghiamo su un enorme pub installato in un’ex-banca dai soffitti altissimi e ultra-decorati, in cui ci godiamo un ottimo hamburger ma anche una foto del venerdì sera tipo della città, con ragazzi che si ritrovano intorno alla pinta e agli onion rings o cercano di resistere alla seduzione di donne patentemente più grandi di loro.

...avevo fame. Si vede?

Per ora l’unica delusione viene dall’albergo, il Marks Hotel, un concentrato di aggressive luxury anni Ottanta che ci offriva sì una camera a prezzo stracciato su lastminute, ma piccola, male illuminata, senza frigo-bar né parcheggio interno e con una finestra che dà su un pozzo di aerazione cieco da cui arriva solo aria viziata e riscaldata. Comodissimo per girellare in centro, ma non all’altezza della sua classificazione e del prezzo.





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