martedì 6 agosto 2013

Giorno 2 (04/07/2013). Il Castello di Edimburgo

Posso dirlo con certezza: il monumento più bello della Scozia sono gli scozzesi, genti disinteressate e spontaneamente ambii col turista. Angela, la nostra padrona di casa, ha deciso di spostarci nella suite non appena ha saputo del nostro recentissimo matrimonio e per stasera ci prenota un ristorante chic; le ragazze del pub di ieri anche nel mezzo del Quarantotto si fermavano con un sorriso paziente a parlarci dei diversi tipi di birra che hanno in cantina; persino gli addetti alla vendita dei biglietti del castello si fanno in quattro per consigliarci se e quale biglietto cumulativo potrebbe essere più interessante per noi. Eh, dimenticavo il signore che, vedendoci un po' in dubbio con la cartina in mano ad una fermata del bus, si è avvicinato a chiederci se potesse esserci di qualche aiuto.
copriamoci gli occhi, ché la gloria militare è pavimentata di sangue
Dopo questo splendore di popolo, il pezzo più rimarchevole potrebbe essere la rocca di Edimburgo, il castello abbarbicato sul cucuzzolo della collina. Il biglietto d'ingresso è caro, ma compensato dalla complessità e dalla ricchezza del sito, ormai enorme monumento militare all'onore, alla forza e al coraggio delle armate scozzesi, Cavalleria dei Dragoni e Fanteria, che hanno per sommi comandanti rispettivamente la Regina Elisabetta e sua sorella Anna (un filo meno credibile di Betta, nel ruolo). Nonostante lo sguardo un po' scettico di Joel, compro anche la guida del castello, che in effetti è un buon acquisto.
Il primo punto di interesse è una batteria di cannoni, al cui centro c'è il Mon's Meg "madre di tutti i cannoni" ricordata anche dal Rob Roy di Scott. Accanto, un'arma più recente che ogni giorno spara alle 13, per sincronizzare gli orologi di mezzo paese.
Santa Margherita, nella cappella che è il punto più antico della rocca
Poi ci sono i vari appartamenti militari che sono ancora in uso: alcuni Fanti e Dragoni prestano servizio direttamente nella rocca, di pattuglia o di guardia al monumento ai caduti di guerra, dove i nomi dei valorosi Highlander - uccisi in una delle mille sciocche battaglie in cui tutti noi li abbiamo inviati - hanno il malinconico privilegio di essere ricordati.
Mi sembra irreale che meno di settant'anni fa in Europa si combattesse quasi ovunque, e la tetra violenza del potere fosse così odiosamente normale. Proprio mentre meditavo questi abissi, seduta sulla piazza centrale, un impertinente refolo di vento ha deciso di riportarmi ad una spensieratezza più idonea alla Luna di Miele, sventagliando il kilt di un giovane ufficiale che passava di là: gli Highlander non indossano biancheria sotto il gonnellino, c'ho le prove!!
Il palazzo reale vero e proprio è un po' spoglio, dopo tutti i rimaneggiamenti subiti durante le varie occupazioni, ma la visita è condita, all'uso inglese, da qualche apparizione in abiti medioevali, come il signore che ci spiega a cosa serva il vero kilt (quello da battaglia, non da cerimonia, che ha tasche e funge anche da impermeabile/scialle/coperta) e quali erano le tecniche di battaglia corpo a corpo ai tempi di Mary Queen of Scots.


the Dogs: ciò che fa un buon ristorante, è la cucina!
Alla fine della visita siamo piuttosto stanchi e saliamo su un pullman a caso verso New Town. Scendiamo di fronte ad una porticina bianca, che recita "The dogs - Kitchen". C'è un menu, appeso fuori in una cartellina Ercole, e sul vetro della porta campeggia una targa Michelin: ci guardiamo, saliamo, per un ingresso minuscolo e bianche scale di legno, a metà tra una nave ottocentesca e il Settecento veneziano in versione stropicciata. All'interno, una stanza di trenta metri quadri scarsi piena di tavoli traballanti, sedie spaiate e panche recuperate da qualche vecchio teatro parrocchiale, con ancora il numero di fila sulla fiancata. Per pochi pounds arrivano fish & chips buone e croccanti, e un piatto ordinato al buio che si rivela uno squisito risotto con zafferano, erbe, uova e merluzzo affumicato. Il posto brulica di giovani e non, artistoidi ben vestiti ma chiaramente "impegnati", un po' gauche bourgeoise, upper-class-upper-education ma con un lato radical; accanto a noi uno dei ragazzi universitari con quotidiano sotto al braccio sfoggia un paio di Google Glasses, che riconosce Joel (io non sapevo neppure cosa fossero, anche il mio lato geek è pur sempre limitato dal mio secondo cromosoma X): pare servano a proiettare un'iperrealtà virtuale, piena di informazioni, che si inscrive su quella normale, osservata. 






Nel pomeriggio, breve visita alla National Gallery, che invero mi delude un po'. A parte un paio di Rubens, il Bacio di Rodin e qualche Velasquez ben assortito, il resto non mi commuove un granché. C'è un Leonardo da Vinci che è una vergogna, un bambinello deforme dalle guance ridicolmente gonfie: ma è Gesù o un roditore?






Rhubarb's Powder Room. Shocking Pink...
Stasera la cena romantica è organizzata al Rhubarb, dove ogni anno Angela festeggia l'anniversario di matrimonio con suo marito. La location è elegante al limite dell'intimidazione, una lunga coorte di valetti si avvicenda per condurci al nostro tavolo in una sala piena di ritratti, stucchi e pesantissime poltrone Chippendale, affacciate sullo scorcio delle Lowlands e sui fagiani e le mucche pelose che qui tengono per intrattenere gli ospiti. Mi sento un po' malvestita, col tubino grigio di quando andavo al liceo, ma non ho portato con me un abito formale adatto alla temperatura delle serate edimburghesi, che si aggira oggi intorno ai 13°C. Mentre attendiamo l'antipasto, vado nella Powder Room ad alleggerirmi di qualche strato, e invece di un bagno trovo una piazza d'armi tutta rosa Schiaparelli, dai muri alla dormeuse, pieno di saponi pregiati e specchi da trucco. Alla fine la cena in sé è deludente, mal cucinata e scarsa nelle materie prime: non solo il conto è salatissimo, ma per la prima volta da che siamo arrivati ci sembra di non aver mangiato a sazietà. Per vendicarci di quest pretenzioso palazzotto, che punta tutto sui suoi pavoni luccicanti e arredi stravaganti, la colazione di domattina sarà particolarmente irragionevole!

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