Il
Black Bull ha un giovanissimo gestore, Steven, che ci porta una colazione pantagruelica da
lui definita “media”… ce la consiglia, dacché ai giochi, pare, mangeremo un
sacco. In realtà io comincio ad essere così satura che ormai la nozione di
appetito è stata ampiamente rimpiazzata da quella di gola.
Quando arriviamo a
Luss troviamo che l’atmosfera degli Highland Games è distesa come quella di una
bella fiera di paese: in giro ci sono pochi turisti (immagino si concentrino a
Braemer in settembre), comunque di lingua inglese. Il pubblico è composto più
che altro da famiglie locali, che spesso vantano almeno un componente tra i
gareggianti. Si inizia dalle ragazze, nella gara di danze tradizionali, mentre
omoni nerboruti in kilts multicolori cominciano a lanciare enormi martelli dai
manici in cuoio.
Questo coraggioso ha soffiato dentro la sua pelle di pecora per ore... |
Ahi... l'ERNIA!!!! |
Ancora
impregnati dello spirito scanzonato dei giochi, facciamo un piccolo tour di
Luss, una cittadina lungolago senza grandi pretese, e completiamo il tutto con
una mini-crociare sul Loch Lomond, veramente bello e dalle rive verdeggianti.
Mi piacciono soprattutto gli isolotti dalla natura vergine che sorgono nel
mezzo, peccato che il conducente del barcone non sia particolarmente socievole
o propenso alla didattica.
A mezzogiorno abbiamo comprato solo frutta fresca ai giochi, perciò ci dedichiamo senza rimorsi al buon cibo della trattoria serale: il mio salmone fritto arriva su un letto di zuppetta di pesce con cozze, sarde, merluzzo, gamberetti e zucchine e meriterebbe un premio speciale. E ancora per stasera il salotto comune è lì ad attenderci, con la pelle invecchiata delle sue poltrone e l’aria lisa del camino di marmo.
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